martedì 20 settembre 2011

Tiriamo un po' di somme



Lo ammetto, anche se me la cavavo, la matematica non è mai stata di mio gradimento, quindi niente numeri, solo un paio di bizzarre conclusioni a cui sono arrivata. Cercherò di essere veloce perché appena sono libera dalle fauci della casa, dovrei andare alla posta.


Come scritto nei precedenti post, negli ultimi tempi ho contattato alcune agenzie letterarie, e buona parte di queste mi ha risposto. Alcune facevano pagare la rappresentanza subito, tra l'altro con cifre astronomiche; le ho scartate e non considero il loro giudizio, che per molti versi mi sembra il giudizio delle case editrici a pagamento, con la differenza che dicono che la scrittura è da cambiare (perché devi pagare - con il sangue- l'editing).

Il giudizio in generale delle altre agenzie -non farò i loro nomi- mi è parso un po' confuso o comunque io non ho capito del tutto il loro rifiuto. Nello specifico: il romanzo ha diversi spunti interessanti; la trama ha un buon intreccio; la protagonista ha un carattere interessante, in crescita e coerente; la scrittura è molto buona (due agenzie mi hanno scritto che ho un bellissimo modo di scrivere, il che mi ha fatta gongolare per un po'... eh, eeehm... ooocchei!), priva di errori significativi, a tratti evocativa, pittorica, che scorre bene, anche se da rivedere nei refusi e in alcuni passaggi che possono risultare pesanti per il lettore; buona la gestione di personaggi ed eventi in un lungo arco temporale; "la trama in sé dimostra una capacità di inventiva non comune, visto che sei riuscita a costruire un vero e proprio mondo, con una struttura sociale, politica e antropologica ben studiata e ben delineata." (questo tra virgolette, l'ho copia-incollato, spero che il suo autore non me ne voglia); spunti originali; potenzialmente commerciabile. MAaaa, non li convince.

Per motivi esclusivamente soggettivi. Una delle agenzie mi ha solo detto che non li convinceva, senza spiegazioni; un'altra che non riusciva a visualizzare i luoghi (che in parte si scontra con quello detto da altri), e una che c'erano troppi dettagli che potevano risultare fastidiosi. Due agenzie non erano convinte della narrazione in prima persona.


Alcune di queste mail, non tutte, le ho rigirate a mie amiche che hanno letto il testo: so che non possono essere del tutto oggettive, ma hanno avuto la mia stessa sensazione.


Queste risposte sono arrivate da agenzie letterarie grosse; delle piccole, escluse quelle sopracitate, solo una è interessata, quindi inizierò il lavoro con lei, perché anche se piccolina mi sembra un'agenzia seria, senza prezzi esorbitanti e molto chiara nel suo lavoro.

In realtà, persone che lavorano all'interno del mondo editoriale mi hanno detto che le grandi agenzie non si occupano di esordienti, e in effetti un paio (mi sembra) non mi ha neppure risposto. Però altre mi hanno risposto, e hanno anche perso tempo a leggere il mio romanzo, quindi, se non fossero state interessate a un'esordiente, non mi avrebbero neppure letta, giusto?


Insomma, il mio libro è, ohibò, quasi anche "fico", però, mah, chissà, c'è "qualcosa" di non meglio definito che non convince. Tirando le somme, il mondo dell'editoria continua a rimanere un mistero, per me.


mercoledì 7 settembre 2011

E anche agosto lo abbiamo superato

...Puff!


Io son sempre qua, non è cambiato un emerito tubo in questa vitaccia. Sono assai demoralizzata su ogni piano esistenziale, non riesco più nemmeno a scrivere, il che è tutto dire.


In compenso dovrei avere il primo feedback da un'agenzia letteraria venerdì; essendo il mio primo feedback serio, da una persona che non mi conosce, potete immaginare come sto (sì, io quella Dil che non è maaai ansiosa!).

Poi mi sono venuti molti dubbi del tipo: cosa risponde un'agenzia? Che commenti ti dà? E come te li dà? Ti rivoluziona mezzo libro? Ti propone di rivoluzionarlo? Ti dice che il racconto fa schifo, ma se ne cambi i tre quarti si potrebbe fare?


Se sarò ancora viva, vi farò sapere.


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